Autostima e crescita personale
L’autostima è la valutazione che una persona ha di sé, è un giudizio generale su chi si è e su cosa si è in grado di fare. Per questo impatta in modo universale su tutte le sfere della nostra vita in base al fatto che tu abbia una buona autostima o una scarsa autostima.
A seconda che tu sviluppi una percezione di te positiva o meno, l’autostima si tradurrà in atteggiamenti e comportamenti volti alla positività, all’apertura, o all’assertività oppure ad atteggiamenti ansiosi, di ritiro, di inadeguatezza, di scarsa fiducia. Ciò impatta nelle relazioni con l’altro che siano di coppia o amicali contribuendo a creare un clima sereno e autentico o viceversa di dipendenza affettiva e di scarsa fiducia nell’altro.
Impatta pesantemente anche nel lavoro e nelle competizioni seppur sane alle quali nella vita siamo chiamati. L’autostima, pertanto, rappresenta una chiave importante per il tuo benessere psicologico e per vivere le relazioni con le situazioni di vita e con gli altri in modo soddisfacente e autentico.
Disturbi da stress
Lo stress può essere suddiviso in : eustress (dal greco stress buono) e distress (dal greco stress cattivo).
Lo stress buono è quello che ci stimola e ci motiva ed è fonte di ispirazione e di creatività anche nella risoluzione dei problemi della vita.
Lo stress cattivo, invece, è quello che ci sovrasta e che non riusciamo più a gestire, che può provocare importanti reazioni emotive e psicologiche oltre che fisiche. Diventiamo più irritabili, più tesi, più nervosi, sviluppiamo ansie e depressione, disturbi del sonno, comportamenti di alienazione. Abbiamo difficoltà a concentrarci, a prendere delle decisioni a sentirci lucidi, a memorizzare. Anche il nostro sistema immunitario ne risente alzando i livelli di cortisolo e abbassando le proprie difese, percepiamo costanti mal di testa e tensioni e dolori muscolari e a volte può succedere che anche i nostri comportamenti cambiano: si è, per esempio, più inclini a sviluppare dipendenze da sostanze.
Importante aggiungere ancora che in tutto ciò rientra anche la risposta individuale di ognuno di noi a diversi eventi stressogeni. Ci sono eventi che per loro natura sono stressanti ( lutti, malattie etc.); altri invece che per loro natura lo sono meno (difficoltà quotidiane sul lavoro, piccoli intoppi di vita), bisogna quindi capire anche la risposta individuale di ognuno di noi. In questa ottica l’aiuto dello psicologo è un bene prezioso.
Ansia e disturbi da panico
L’ansia comprende una vasta gamma di emozioni e sensazioni generalizzate tra aspetti cognitivi, emozionali e fisici finalizzati all’attivazione di risposte in situazioni legate a minaccia e pericolo.
Per questo l’ansia è funzionale alla nostra vita e sopravvivenza. È alla base della ricerca e rappresenta una spinta all’agire. Ma quando è troppa? Quando è troppa la tendenza è sviluppare un controllo su se stessi, sugli altri e sulle situazioni, che si rivela eccessivo e capillare per “l’evitamento del danno” o di quello di cui si ha più paura. L’eccessivo controllo porta ad un eccesso di noradrenalina che aumenta lo stress. È come se si fosse sempre “attivati” e in costante allarme, è come se ci si sentisse sempre ad un passo dal pericolo e questo ci induce a cercare costantemente vie di fuga. Ciò non permette di vivere in armonia e in modo sereno la propria vita e i propri rapporti.
A livello somatico le sensazioni vanno dal tremore, alla sudorazione, al soffocamento, alla palpitazione, alle vertigini, al senso di nausea, ai formicolii nelle mani, nei piedi e attorno alla bocca. In questi casi , quando l’ansia rappresenta un limite e non più una risorsa non si parla più di un ansia funzionale ma di disturbi d’ansia. Il più comune disturbo d’ansia è l’attacco di panico al quale oltre ai disturbi sopracitati si aggiunge la paura di morire o di impazzire e l’imprevedibilità del suo presentarsi.
L’attacco di panico infatti è inaspettato e ci porta di conseguenza all’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene e questo ci rende schiavi del panico e non più in grado di controllare e gestire le nostre emozioni e di vivere una vita in armonia e serenità con tutto ciò che ci circonda. Prezioso in quest’ottica diventa l’aiuto dello psicologo.
Disturbi Psicosomatici
I disturbi psicosomatici sono tutti quei disturbi che non hanno una base organica ma sono espressione di un disagio psicologico, sono una risposta ad una emozione sopita, inespressa.
Tra i più comuni troviamo i disturbi che possono presentarsi nell’apparato gastrointestinale (gastriti, coliti, ulcere etc.); nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardie, aritmie etc.); nell’apparato respiratorio (asma); nell’apparato cutaneo (dermatiti, pruriti, orticaria etc.); nel sistema muscolo scheletrico (mal di testa, crampi, tensione muscolare, stanchezza cronica, etc.); nei disturbi legati all’alimentazione.
L’errore che spesso commette la cultura occidentale è quello di vivere nell’illusione della separazione tra mente, corpo ed emozioni: fanno parte di un unico sistema integrato ed interconnesso al centro del quale c’è il nostro sé. Un esempio lampante di quanto dei disturbi fisici siano scaturiti da natura psicologica e non organica, è rappresentato dai disturbi d’ansia nei quali anche il corpo elicita delle risposte sintomatiche del disturbo psicologico. Per questo, escluse le cause organiche, è importante prendere in considerazione gli aspetti psicologici ed emotivi legati a tali disturbi. In questo può essere una guida preziosa il lavoro con lo psicologo.
Lutto, lutto senza commiato e perdita
Il lutto è una risposta universale alla perdita. Nonostante la sua universalità , però, ci sono differenti modi attraverso il quale si esprime. Lutto non è solo per la perdita di una persona cara, ma le sue manifestazioni possono esprimersi anche nelle situazioni di abbandono di un lavoro a cui si teneva tanto, cambio di una casa o di una città alla quale ci si era affezionati, perdita di un animale domestico etc.
Le manifestazioni del lutto avvengono nel periodo successivo alla perdita, e gli effetti, se non bene elaborati tendono a farsi sentire maggiormente nel tempo. Reazioni come angoscia, profonda tristezza e rabbia possono risultare normali alla perdita di un caro, e vanno gradualmente a scomparire nel tempo, tuttavia se non del tutto elaborate possono creare forme di disagio da necessitare l’intervento di uno psicologo. Molteplici sono i fattori che lo influenzano come per esempio lo stato di benessere o meno nel quale la persona che subisce la perdita si trova a vivere; oppure la rete famigliare e sociale nella quale è immersa se può essere d’aiuto o meno; o ancora se il lutto è avvenuto in maniera improvvisa e inaspettata o a seguito di lunga malattia; incide anche l’età della persona cara e i legami affettivi intercorsi con essa; incide anche l’aspetto della cura: se ci si prende cura della persona prima che ci lasci nonostante possa aumentare il disagio, aiuta nelle fasi successive per la rielaborazione; o ancora se il lutto è con o senza commiato, cioè con la possibilità o meno di salutare un ultima volta la persona cara che ci lascia. Nella circostanza in cui non si dovesse avere la possibilità, la rielaborazione del lutto attraversa una serie di passaggi nel rivissuto della persona per poter giungere poi ad una rielaborazione.
Questo perché gli ultimi giorni o istanti di vita spesso portano a risoluzioni di sospesi o non detti necessari per il processo psicologico del “lasciar andare”. L’aiuto dello psicologo ti permette di prendere contatto con il dolore e di poterlo rielaborare, di riconoscere la tavolozza delle proprie emozioni, che possono spaziare dalla rabbia alla malinconia, dalla depressione alla solitudine, dal senso di vuoto all’impotenza, e di accoglierle. Ancora è di sostegno nel portare accettazione che il lutto richiede tempo. Gli individui che sono in grado di accogliere e accettare la perdita di qualcuno o di qualcosa e di integrare questa mancanza per loro importante in genere trovano poi molto più facile andare avanti e vivere una vita più serena.
Sessualità maschile e intervento psicologico
La sessualità è un importante indice per valutare il benessere psicologico di una persona sia da un punto di vista individuale che da un punto di vista relazionale, di coppia. La sessualità racchiude dentro di sé vari concetti che possono toccare sia il funzionamento sessuale che tematiche legate alla propria identità.
Non è statica, ma si modifica nel corso del tempo con la maturazione personale ma anche con la maturazione all’interno di una relazione e può essere soggetta a vari cambiamenti a seconda dei contesti socio-culturali nella quale si esprime, o a seconda di problematiche legate alla salute o ancora cambiamenti correlati alla procreazione. Nella società odierna c’è la tendenza ad avere questi concetti abbastanza chiari quando si parla di sessualità femminile, invece per quanto riguarda quella maschile, la tendenza culturale a concepire l’uomo come “il duro” porta a considerare i suoi disagi come legati semplicemente a un fattore meccanicistico.
Le ricerche scientifiche hanno invece sostenuto che, se gli interventi sui problemi sessuali maschili non vengono affrontati anche da un punto di vista del disagio psicologico correlato, sono destinati a fallire. Di fatto, fattori socio-culturali, aspetti emotivi non risolti e problemi legati a dinamiche disfunzionali o aspettative di prestazione disfunzionali all’interno della coppia sono da tener conto nel momento in cui si ha a che fare con un disagio. Un semplice disagio, se non preso con le dovute attenzioni, potrebbe sfociare in una vera e propria disfunzione che andrebbe a compromettere il benessere psicologico sia dell’uomo che il benessere della coppia.
Intervento psicologico per le coppie
L’intervento psicologico con le coppie risulta particolarmente efficace per ogni forma di disagio proveniente dalla storia personale del singolo, dalla coppia, o dal modello educazionale quando vi è la presenza di un figlio. Sempre più spesso è richiesto l’intervento psicologico in una Era come questa, definita per molti versi “del telecomando: quando qualcosa non ci piace più la cambiamo, come un canale, senza provare ad aggiustarla”. Questo ci dà l’illusione di poterlo fare in modo rapido ed indolore, o che comunque non apporti nella nostra salute psicologica e nelle nostre vite nessuna conseguenza.
Intervento per il lavoro psicologico con persone gay, lesbiche, bisex
È sempre più crescente il numero di persone della comunità LGBT che si rivolgono ad una figura professionale come lo psicologo per problematiche inerenti a tutta una serie di disagi psicologici e sociali legati all’omofobia e all’omofobia interiorizzata che ancora oggi sono parte integrante della nostra società. Basti pensare a quanto le persone gay, lesbiche e bisessuali debbano lottare per aver riconosciuto un loro diritto di esistenza prima ancora di aver riconosciuti i loro diritti civili.
Non a caso una delle maggiori difficoltà riscontrate in una consulenza psicologica è legata al coming out o dall’altra parte alla difficoltà di un genitore di accogliere l’omosessualità o la bisessualità di un figlio o di una figlia, o ancora la sofferenza delle persone gay e lesbiche che hanno avuto figli da precedenti relazioni eterosessuali. Essere gay, lesbiche e bisessuali in una società che fa fatica a riconoscerne quasi l’esistenza vuol dire andare incontro a dei disagi psicologici inerenti la propria identità e il proprio orientamento (facendo spesso confusione tra il disagio legato all’orientamento e un disturbo di identità di genere) con tutto ciò che ne consegue per il benessere socio-relazionale.
Intervento psicologico per le coppie same-sex
Le coppie same-sex, come le coppie eterosessuali, nel corso della loro evoluzione si trovano ad affrontare disagi psicologici connessi ai cambiamenti alle quali sono chiamate. Nonostante siano stati riconosciuti alcuni diritti civili rimangono ancora molte le lacune istituzionali con le quali una coppia same sex deve fare i conti: non tutti i diritti civili sono stati riconosciuti ed in Italia la situazione rimane più lacunosa rispetto ad altri paesi europei e del mondo.
A questo si aggiungano i rapporti con le famiglie di origine che non sempre sono solidali alle scelte dei figli e alla loro unione civile con una persona dello stesso sesso quindi non ne condividono i valori e la felicità. Tutto questo calato nella società che ci circonda si traduce purtroppo ancora in forme discriminatorie quasi come se le unioni civili rimanessero comunque unioni di “serie B”. E’ evidente a questo punto che le difficoltà inerenti alla costruzione di una famiglia e quindi alla procreazione siano date non solo da dubbi provenienti da sofferenze psicologiche legate al vissuto della coppia ma anche da un modello etero-normativo discriminante. Per questo risulta necessario e auspicabile che il professionista sia altamente formato nelle tematiche e nella cultura LGBT.
Intervento psicologico con l'anziano
Da un punto di vista psicologico l’invecchiamento coincide con un cambiamento nella percezione di sé, caratterizzato da un atteggiamento di tipo sintetico e globale della propria vita. I processi mnestici cambiano, l’anziano si ricorda meglio degli eventi della giovinezza piuttosto di quelli attuali e questo non è solo un effetto di un deterioramento fisico ma anche di un distacco emotivo verso le esperienze attuali.
La possibilità di avere una visione dall’alto della vita propria e altrui in genere porrebbe l’anziano in un ruolo di guida per le nuove generazioni sempre meno presente nella nostra società. Da qui nasce e si rinforza la solitudine dell’anziano, forse troppo lento in una società frenetica, troppo fermo e profondamente legato al passato in una società che avanza nel progresso e che fa del progresso un punto di forza. Il mio intervento è rivolto a sanare le difficoltà legate alla solitudine dell’anziano e ad offrire una prospettiva diversa in questa fase così delicata e fragile anche sostenendo l’intero contesto famigliare.